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1° Intervento di inizio seduta Consigliera LI CALZI
“Ieri 20 novembre si celebrava la giornata per commemorare le vittime dell’odio e del pregiudizio transfobico. L’Italia ha un triste primato. Bologna sta lavorando nella giusta direzione.”
Sebbene in Italia raramente si registrino fatti come quello testimoniato dal video, il nostro paese è il primo in Europa per numero di aggressioni contro le persone transgender. Secondo l’ultimo rapporto di Transgender Europe, sono 32 le persone trans uccise in Italia negli ultimi 8 anni, su una popolazione stimata di circa cinquantamila.
Il confronto con gli altri Paesi europei è sconsolante: nello stesso periodo sono stati 8 i transgender uccisi in Spagna, altrettanti in Gran Bretagna, 5 in Francia (le nazioni con il maggior numero di delitti in Europa dopo l’Italia). Tra i Paesi che si affacciano sul Mediterraneo solo la Turchia ha un bilancio peggiore, con 43 morti.
Vale la pena sottolineare che si tratta di cifre sottostimate: succede spesso, infatti, che delle persone trans si riporti il nome registrato alla nascita e non quello scelto, circostanza che non solo causa un’ulteriore violenza, ma che rende difficile la classificazione dei fatti come aggressioni a sfondo transfobico. Inoltre, sono dati che si basano sui casi monitorati dai ricercatori dall’estero, a partire dalle notizie sui media: non esiste, infatti, in Italia una banca dati nazionale sui crimini transfobici, né un network di associazioni non governative che li rilevino, ed è possibile che il numero effettivo in Italia sia anche più alto di quello registrato in Turchia.
A Bologna è in corso un confronto tra le associazioni LGBT e l'Amministrazione comunale sul tema dell'accoglienza ai richiedenti asilo che chiedono protezione a causa delle persecuzioni subite per il proprio orientamento sessuale o per la propria identità di genere.
Il MIT ha presentato un progetto per la creazione della prima casa di accoglienza per rifugiati gay, lesbiche e trans che fuggono da morte, torture e violenze.
Il dialogo tra il Comune, nella persona dell’Assessora Zaccaria, e le associazioni è teso a capire i bisogni di queste persone: i rifugiati omosessuali e transessuali devono infatti avere un'attenzione specifica, perché sono quelle categorie che subiscono diversi livelli di discriminazione. Occorre però, allo stesso tempo, prestare attenzione a come impostare questa accoglienza, perché il rischio che si può correre è quello della ghettizzazione di persone che, in realtà, devono poter seguire un percorso di inserimento e di integrazione sociale.
Infatti, se è vero che nelle strutture di accoglienza occorre evitare il riformarsi delle dinamiche sociali da cui le persone LGBT scappano, è altrettanto vero che bisogna evitare l'emarginazione. Un difficile equilibrio, che potrà essere trovato solo nel confronto e nel dialogo con i soggetti che da anni sono sul campo e con i quali l’amministrazione sta giustamente lavorando.
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2° Intervento di inizio seduta Consigliera LI CALZI
“L'Alma Mater apre uno sportello per i diritti LGBT degli studenti”
Un progetto che permetterà di dare alle associazioni studentesche un ruolo più attivo e che potrebbe fare da apripista per altre realtà che chiedono di essere rappresentate: «La stessa cosa potrebbe essere fatta ad esempio per gli studenti stranieri o per i richiedenti asilo», afferma infatti Elena Luppi, delegata alle Pari opportunità.
Qualche perplessità sul progetto è stata avanzata dal giornalista Giuseppe Sciortino sul Corriere di Bologna e, in merito alle sue osservazioni, mi permetto di proporne una mia: non penso che questo spazio sarà un luogo di "ghettizzazione" di una parte della popolazione universitaria, bensì un luogo dove le richieste degli studenti e delle studentesse LGBTQ (che i numeri vedono in crescita nel nostro Ateneo) vengano ascoltate senza paura di discriminazioni e possano incontrare la burocrazia universitaria e trovare un punto di mediazione.
L'attivazione di questo sportello mostra un'altra volta come la nostra Università sia all'avanguardia sui temi dei diritti civili e si inserisce in un percorso iniziato qualche anno fa con l'autorizzazione al congedo matrimoniale dei dipendenti omosessuali sposati all'estero e con la più recente introduzione per gli studenti trans del doppio libretto, opportunità che si rivolge a chi sta facendo il percorso di transizione e permette di ottenere un documento universitario che riporti l’identità di destinazione prima che l’iter giuridico sia completato.
Tra le politiche dell'Università e quelle dell'Amministrazione comunale si può creare un contesto positivo per rilanciare Bologna in quella prima linea sui diritti civili, che in tante occasioni è stata in grado di presidiare.
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