105 anni fa nasceva a Bologna Ondina Valla, la prima vincitrice delle Olimpiadi

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  • Roberta Li Calzi

105 anni fa nasceva a Bologna Ondina Valla, la prima vincitrice delle Olimpiadi

Olimpiadi di Berlino, 1936.

La prima donna italiana a conquistare un oro olimpico è lei, Ondina Valla, che il 6 agosto arriva prima nella gara degli 80 metri ostacoli. Il giorno prima, in semifinale, aveva stabilito il record mondiale in 11″6. All’età di 20 anni sarà la più giovane atleta italiana a vincere un oro olimpico, con un record rimasto imbattuto fino al 2004. Sul traguardo dell’Olympiastadion sono in quattro ad arrivare quasi simultaneamente. L’ordine d’arrivo viene stabilito ricorrendo alla Zielzeitkamera, ovvero la foto d’arrivo.

Claudia Testoni, l’amica rivale, anche lei atleta bolognese, si piazza al quarto posto.

Di quell’Olimpiade Ondina disse “Non ho dimenticato le feste, il sindaco e la banda alla stazione di Bologna e il prefetto che fa trasferire il suo segretario perché aveva preparato un mazzo di fiori piuttosto mosci. Avevo vent’anni, allora, e avrei dovuto partecipare anche all’Olimpiade precedente, quella del 1932 a Los Angeles. Ma sarei stata l’unica donna della squadra di atletica e così mi dissero che avrei creato dei problemi su una nave piena di uomini. La realtà è che il Vaticano era decisamente contrario allo sport femminile”.

Ondina nasce a Bologna il 20 maggio 1916, dopo 4 fratelli maschi. Trebisonda è il nome che il padre volle darle per l’ammirazione che nutriva nei confronti dell’antica Trapezunte, città della Turchia affascinante e magica. Da Trebisonda, tra tagli e diminutivi, divenne Onda e poi Ondina.

Il 23 giugno 1927 alla “Coppa Bologna”, manifestazione di atletica leggera dedicata alle scuole elementari, Ondina sfodera il suo talento e, a soli 11 anni, salta 3 metri e mezzo in lungo, 1 e 10 in alto e corre velocissima nei 50 mt. La nota l’allenatore Francesco Vittorio Costa e la fa tesserare per “Bologna Sportiva”, che tenne unite sotto un’unica denominazione quasi tutte le società bolognesi fino al 1935, e che poi confluì nella Sef Virtus, storica società bolognese che quest’anno festeggia i 150 anni . Lì cominciò la vera storia sportiva e anche l’amicizia speciale tra due ragazze bolognesi (Ondina Valla e Claudia Testoni), che frequentavano la stessa scuola media “Regina Margherita”, la stessa società sportiva e che disputarono insieme la finale olimpica degli 80 mt ostacoli a Berlino.

Il giorno della morte di Claudia Testoni, nel 1998, Ondina disse “Pensare a Claudia è pensare alle cose più belle della mia vita”.

Ondina è stata un’atleta eclettica, qualità che le permise di gareggiare per quindici anni sia nelle corse piane che nei salti e sugli ostacoli. Dopo la vittoria ai campionati interscolastici bolognesi, a 14 anni con la maglia azzurra è campionessa italiana assoluta. In Nazionale colleziona 18 presenze.

Nel 1937 stabilì con la misura di 1,56 mt il primato nazionale nel salto in alto, che mantenne fino al 1955. Continuò a gareggiare fino ai primi anni Quaranta, ottenendo tre vittorie ai giochi mondiali dello sport universitario di Tokyo e 15 titoli nazionali. Nel 1943 abbandona l’agonismo e inizia ad allenare, conquista la sua ultima medaglia nel 1950, quando, a 34 anni, diventa campionessa regionale di lancio del peso.

Ondina, che non c’è più dal 2006, ha fatto la rivoluzione mostrando al mondo quella medaglia d’oro e il suo sguardo fiero, da ragazza che a vent’anni non ebbe paura delle convenzioni.

Per questo oggi, a 105 anni dalla sua nascita, è importante ricordarla, perché il messaggio che ha trasmesso allo sport italiano è ancora attuale e moderno. Non solo perché è stata la prima azzurra a vincere una medaglia d’oro alle Olimpiadi, ma per come ha vissuto la sua storia sportiva, fatta di passione, impegno, tenacia, capacità di reagire alle difficoltà, battaglie contro gli stereotipi.

E sappiamo bene come, nel 2021, il percorso iniziato da questa meravigliosa campionessa bolognese non sia terminato. Abbiamo ancora davanti muri da abbattere, battaglie da vincere, pregiudizi da superare, ma ce la faremo e un giorno alzeremo anche noi la medaglia dell’uguaglianza e della parità di diritti nello sport davanti al mondo.


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