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“Ha ragione Ulivieri, ma io sono dalla parte di Baggio” disse Giuseppe Gazzoni Frascara dopo l'esclusione di Roberto Baggio nella partita contro la Juve nel gennaio del 1998.
Spesso Renzo Ulivieri cita questa parole durante i corsi per allenatori, definendole “un colpo di genio, un grande esempio di comunicazione, che metteva insieme ragione e sentimento”.
Ieri ho sentito al telefono l'amico Renzo Ulivieri (per me “il Mister”) per dirgli che oggi avrei ricordato in Consiglio Comunale il grande Presidente e mi ha detto “brava, se lo merita!”
Lo so che è difficile ricordare un personaggio di questo calibro: si rischia di dire cose già sentite, di non rendergli il giusto tributo, di raccontare solo una parte dei suoi tanti meriti in tutti i campi. Poi penso che una delle sue qualità era quella di far sentire sempre a proprio agio le persone che aveva di fronte, senza mai far pesare la sua grandezza. Il suo stile non risiedeva solo nell'istruzione e nella cultura, ma nel modo di comportarsi con lealtà e gentilezza. E allora mi metto a mio agio e racconto ciò che è stato per me, da tifosa rossoblu.
Quell'estate del 1997 in spiaggia sfogliavo i giornali sportivi e, quella che all'inizio sembrava una fantasia, diventò una notizia credibile, ma fino a quando non mi ritrovai in curva e vidi Baggio con la maglia del Bologna non ci credevo ancora fino in fondo: un sogno che si realizzava. Quel sogno che Gazzoni aveva regalato non solo alla tifoseria, ma all'intera città. La città che amava. Quella domenica mi alzai in piedi per applaudire e mi resi conto di avere gli occhi lucidi.
In quella stagione Baggio segnò 22 reti, suo record personale, davanti a un Dall'Ara sempre stracolmo, che lo ha portato per acclamazione al Mondiale di Francia '98. Quella stagione una delle più belle mai viste, insieme al Bologna di Mazzone con la splendida cavalcata dall'Intertoto alla semifinale di Coppa Uefa. La finale ci venne portata via all'ultimo, anche quella sera ero in curva e anche quella sera mi scesero le lacrime. Lo sport è emozione. Il Bologna di Gazzoni ce ne ha regalate tantissime, molte gioie e pochi dolori. Le giocate di Signori, Andersson, Kolyvanov, Cruz, Marocchi, Paramatti, le cavalcate di Nervo e Binotto, sarebbero tutti da citare perchè era meraviglioso tifare per quei ragazzi dal primo minuto al novantesimo.
Giuseppe Gazzoni si è spento nella sua casa di via Santo Stefano, a 84 anni.
Presidente del Bologna dal 1993, quando recuperò la società dal fallimento, al 2005: dalla serie C all'Europa, regalandoci due semifinali di Coppa Italia, una di Coppa Uefa, due promozioni consecutive, un Pallone d'Oro.
La retrocessione del 2005 era parte della vicenda Calciopoli, con i verdetti decisi al telefono e truccati sul campo. Non lo sapeva il Presidente e non lo sapevamo noi sugli spalti, gremiti per sostenere la squadra nello spareggio. Quella fu la pugnalata inferta dall'anima nera del calcio a un uomo giusto. Che mandò in frantumi non solo il Gazzoni Presidente, ma anche l'imprenditore.
Un signore che quando si è accorto di vivere in un mondo dove prevaleva, ai vertici, la poca trasparenza, ha deciso di non tacere. Perchè verità e giustizia non potevano essere sacrificate sull'altare di plusvalenze e partite truccate. Si mise contro la “triade del potere” e perse la partita più importante. Non per lui, ma per il mondo del calcio. Che fallì la sua occasione per diventare migliore. Il Presidente, invece, la sua rivincita personale (non “vendetta”, che non ha mai cercato, non era da lui) la trovò anni dopo.
Quando Tacopina gli ha reso omaggio come meritava e Saputo l'ha nominato Presidente onorario del club. E così, nel 2015 tornò allo Stadio e la curva Bulgarelli espose uno striscione per chiedergli scusa per le vecchie e ingenerose contestazioni. Lui accettò, con quel sorriso pieno di stile.
Dopo anni ho avuto la fortuna, durante una chiacchierata estiva, di chiedere al Mister perchè avesse fatto quella scelta, perchè avesse lasciato fuori dalla partita più importante il mio idolo di sempre, il giocatore più forte del mondo. La sua risposta fa parte di un'altra storia... una storia che si può raccontare solo grazie a Gazzoni, che ha fatto sognare Bologna con le giocate dei campioni viste dagli spalti dello Stadio Dall'Ara.
Addio Presidente gentiluomo, il Bologna e Bologna non ti dimenticheranno mai.
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