Ciao Franco Lauro, voce dello sport

tiro da 4 Danilovic 1998
Intervento in Consiglio Comunale
  • Roberta Li Calzi

Ciao Franco Lauro, voce dello sport

Video dell'intervento

Nei giorni scorsi si è spento Franco Lauro, volto e voce del giornalismo sportivo italiano.

Aveva iniziato la professione negli anni '80, nel 1984 l'approdo in Rai e in quasi 30 anni ha seguito gli eventi sportivi più prestigiosi: inviato a 8 edizioni di Olimpiadi estive e 1 invernale, 6 Mondiali di Calcio, 3 Campionati del Mondo e 12 Europei di Pallacanestro. Dal 2008 era alla conduzione della storica trasmissione 90' Minuto.

Amava il calcio tanto quanto il basket. Si sapeva far apprezzare da colleghi e spettatori, grazie alla sua riconosciuta competenza,ma soprattutto al carattere serio e garbato. Mai una parola fuori posto, mai al centro di una polemica sportiva. Lo stile pacato ed elegante non gli ha negato di esprimere opinioni personali, talvolta andando anche controcorrente. Durante la sua carriera ha espresso molte volte sostegno al calcio dilettantistico, da lui considerato fondamentale anche per la sopravvivenza di quello “più famoso che va in TV”. In uno dei suoi ultimi interventi in radio, aveva detto: “Il calcio è il romanzo popolare più amato dagli italiani. Ci sono tanti legami che ci accompagnano negli anni. Tutelare la base del calcio è importante, significa tutelare tutto. Non si può pensare solo al vertice e alla Serie A. Se noi facciamo morire il calcio dilettantistico, la Serie C, il calcio femminile, facciamo un danno a tutto il movimento e a perdere ci va anche il vertice”.

Non conoscevo personalmente Franco Lauro e ho chiesto consigli per questo ricordo agli amici Alberto Bortolotti Katia Serra, che ringrazio.

Su facebook Alberto scrive: «Franco era..un bravo cinno. Poco invadente, poco auto referenziale, buon lavoratore, con l'immancabile mazzetta di quotidiani sotto il braccio. Poi è diventato prima voce, poi è passato al calcio, poi...non c'é più. Ciao Franchino, Bologna perde un suo cittadino adottivo, in pratica.»

E poi ci sono le parole degli amici e colleghi.

Katia ricorda: “La notizia mi ha molto rattristata. La morte di un uomo che trasmetteva solarità con sorriso ed energia, in un momento così delicato che non permette nemmeno di celebrarlo come meritava, la vivo come una fine ingiusta per un persona da apprezzare senza se e senza ma. Ho avuto il privilegio e l’onore di lavorare con lui recentemente sulla nazionale femminile. Non finiva mai di stupirmi: conosceva tutte, tifava appassionatamente con quella franchezza tipica di chi ha il coraggio e la sicurezza delle proprie idee. Me lo ripeto ogni giorno: sono stata fortunata a lavorare con te, un vanto. Poche occasioni, ma indimenticabili.

Stefano Michelini, bolognese, allenatore e voce tecnica del basket in Rai quando Lauro era il telecronista: «Sapeva benissimo di non essere un tecnico, per questo ascoltava molto e lasciava spazio ai tecnici. Prima di ogni partita gli mandavo un’analisi di squadre, giocatori, situazioni da seguire. Molte pagine, che leggeva con attenzione. Sono stato ore sui social a leggere le reazioni della gente, tutte di ricordi genuini ed emozioni». Dava l’idea di amare molto Bologna. «Cercava di assorbire la nostra cultura di basket, che considerava superiore: alle partite, per strada, nelle infinite cene al Mulino Bruciato.»

Roberto Beccantini, firma bolognese di Stampa e Gazzetta: «C’è una data che ti dedico, domenica 31 maggio 1998. Mancava poco alla fase finale del Mondiale in Francia, e proprio quel giorno la Nazionale di Cesare Maldini era in viaggio verso Goteborg, per l’ultima amichevole con la Svezia. Si atterrò più o meno all’ora in cui, a Bologna, Fortitudo e Virtus si stavano contendendo lo scudetto del basket. Chiamai casa e chiesi a mia moglie, allora? «Stavate perdendo di quattro punti, poi Franco Lauro ha urlato che Danilovic aveva fatto un canestro da quattro punti, e poi, ai supplementari, ha vinto la Virtus». Pretesi conferma: sei sicura di aver visto e capito bene, un canestro da quattro punti, i supplementari, eccetera? «Se non ti fidi, arrangiati». Mi fidai. Con la testimonianza di Franco, «immaginata» per cellulare, a ricordare una voce e un volto che la notizia di ieri ha spezzato ma non piegato."

Gianluca Basile, tanti anni in Fortitudo, in Nazionale nel '99 quando a Parigi vincemmo l'oro europeo e il telecronista era Lauro: «Una notizia tristissima, perché Franco Lauro per gli anni d’oro della nostra Nazionale ha rappresentato davvero un’icona, uno splendido compagno d’avventura. Era con noi sin dall’avvio della preparazione a Bormio e poi ci seguiva accompagnava con la sua voce in ogni tragitto. Lo ricordo come una persona fantastica e molto disponibile. Amava il suo lavoro e si emozionava tanto. Ma la sua grande capacità era quella di emozionare gli altri.»

E così, se n'è andata la voce del basketitaliano per molti anni. Nella memoria di noi bolognesi rimane indelebile uno dei momenti più emozionanti della pallacanestro: nel 1998 lo scudettoviene assegnato al termine di gara-5 tra Virtus e Fortitudo, le due squadre della nostra città. Franco Lauro, in compagnia di Alberto Bucci, commenta una delle giocate più incredibili viste in Italia:Danilovic tira a canestro da otto metri con l'avversario di fronte, segna e prende il fallo che gli permette anche di andare in lunetta per un'azione complessiva di 4 punti. Magia pura. Come la telecronaca di Franco Lauro.



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