Intervento di inizio seduta "Un nuovo patto di solidarietà per combattere la disuguaglianza"

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  • Roberta Li Calzi

Intervento di inizio seduta "Un nuovo patto di solidarietà per combattere la disuguaglianza"

Grazie Presidente. 

L’articolo di Franco Mosconi sul Corriere di Bologna dei giorni scorsi pone l’accento sulla crescente disuguaglianza nella distribuzione dei redditi, che oggi purtroppo è una triste realtà anche in Emilia Romagna e nella nostra città. Uno studio della Regione di dicembre 2015 ha stimato infatti nel 16,4% della popolazione le “persone a rischio povertà o esclusione sociale”, con un aumento del 3% rispetto al 2008 e la tendenza è la medesima anche per quanto riguarda Bologna.

Su questo tema abbiamo avuto modo di leggere anche le parole del presidente di Unindustria Alberto Vacchi e dell’arcivescovo Matteo Zuppi, che hanno focalizzato l’attenzione sulla “crescente iniquità” e sulla necessità di “forme di solidarietà”. 

Partiamo dalla definizione. Il termine disuguaglianza identifica tutte le differenze dei livelli di benessere derivanti principalmente dalle disparità nel livello dei redditi, dei consumi, nell'accesso all'assistenza sanitaria, nell'istruzione e nella speranza di vita. Il reddito pro capite è la misura preferita dagli economisti per quantificare la disuguaglianza sebbene rappresenti solo parzialmente il benessere di una persona. 

In questi anni della globalizzazione delle nuove tecnologie, della grande finanza e delle altrettanto grandi crisi, si è studiata e dibattuta la questione della disuguaglianza, nel reddito e nella ricchezza. Meno attenzione è stata dedicata alla disuguaglianza dentro le città: tra tutte, invece, la più sentita perché la più vicina, che ciascuno tocca con mano e misura nella vita di tutti i giorni. 

Vero è che il grosso delle politiche di redistribuzione del reddito è in capo allo Stato, ma si può e si deve porre in cima all’agenda politica questo tema anche a livello locale.

A Bologna si è sempre fatto molto e mai come ora la nostra classe politica ha la responsabilità di agire per contrastare il processo che porta, anche nella nostra città, le persone a diverso livello di reddito a vivere sempre più lontane tra loro.

Un recente studio finanziato dal Consiglio Europeo delle Ricerche su tredici città europee evidenzia, infatti, che non solo i ricchi sono diventati più ricchi e i poveri più poveri, ma che la distanza in termini di reddito si è progressivamente tradotta e radicata in una separazione geografica, con conseguenze negative sulla stabilità sociale, la capacità d’attrazione e la competitività delle città.

Bene ha fatto il sindaco Merola a sottolineare l’importanza di intervenire nelle periferie: per migliorare la qualità delle zone meno centrali della città, per fare di ogni zona un quartiere con la propria identità e dove sia piacevole vivere, l’obiettivo primario deve essere quello di conservare e coltivare un tessuto sociale differenziato. 

Per questo ritengo importante che il Comune di Bologna continui a fare la sua parte, in questa sorta di “patto di solidarietà”, per progredire e migliorare il modello esistente e per costruire qualcosa di nuovo, che miri all’uguaglianza delle opportunità e alla giustizia sociale.



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