Intervento in Consiglio Comunale per conferimento cittadinanza onoraria a Nasrin Sotoudeh

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  • Roberta Li Calzi

Intervento in Consiglio Comunale per conferimento cittadinanza onoraria a Nasrin Sotoudeh

Bologna a fianco dell’avvocata che si batte per i diritti in Iran

Nasrin Sotoudeh, 55 anni, è un’avvocata iraniana che ha rappresentato e difeso attivisti dell'opposizione incarcerati a seguito di proteste, giovani condannati alla pena di morte, donne che manifestavano contro l’imposizione del velo e per i diritti di emancipazione femminile, prigionieri politici.

É stata più volte incarcerata e ha fatto scioperi della fame per protestare contro la detenzione arbitraria e prolungata del marito e di altri connazionali accusati di propaganda antigovernativa e collusione ai danni della sicurezza nazionale. 

Nel 2012 il Parlamento Europeo le ha assegnato il Premio Sacharov, un riconoscimento per la libertà di pensiero assegnato ogni anno a persone e organizzazioni che hanno contribuito alla lotta in favore dei diritti umani e della democrazia.

Dal 13 giugno del 2018 è detenuta nel carcere di Evin, a Teheranè, dove, al termine di due processi, è stata condannata a 33 anni di carcere e a 148 frustate per aver difeso le donne che a fine 2017 avevano manifestato pacificamente contro la legge della Repubblica Islamica che le obbliga a indossare il velo (hijab) in pubblico. Le hanno impedito di farsi difendere da un avvocato di sua scelta e si è rifiutata di sceglierne uno nella lista di quelli imposti dall’autorità giudiziaria, rivendicando il diritto a una difesa indipendente. 

La pena comminata a Nasrin Sotoudeh costituisce una grave violazione dei diritti umani fondamentali, in quanto prevede un trattamento degradante e lesivo dell’integrità fisica della persona.

Penso sia importante che questo Consiglio Comunale esprima solidarietà a Nasrin Sotoudeh per il suo impegno a favore del rispetto dei diritti umani e contro la pena di morte, valori condivisi dall’Amministrazione di questa città, che si riconosce nei principi di libertà e uguaglianza sanciti dalla Costituzione italiana. Per questo deposito oggi un Ordine del Giorno, di cui chiedo la trattazione urgente, che propone di conferire la cittadinanza onoraria a Nasrin Sotoudeh.

Come accade spesso in questi casi, oltre alle importanti azioni di politica estera dei governi nazionali che devono fare pressioni sul regime iraniano, serve anche una mobilitazione ampia, importante per la sua liberazione. Difendere Sotoudeh significa difendere anche tutti i prigionieri politici in altri Paesi. Il suo caso è emblematico delle violazione dei diritti umani. È una ferita molto estesa e molto grave che esiste anche in altri Paesi con cui l’Italia e l’Europa hanno buoni rapporti: dall’Egitto, in cui è stato torturato e ucciso Giulio Regeni, alla Libia, dove rimandiamo donne che vengono stuprate e violentate, passando per l’Arabia Saudita, dove oggi finiscono a processo le attiviste che si sono battute per i loro diritti. Nei delicati equilibri dei rapporti internazionali pesano molteplici interessi anche economici importanti, ma non è accettabile che non si tenga conto della difesa dei diritti umani.

Per questo ritengo importante parlarne oggi, qui. Qualcuno penserà sia un segnale debole. Ma sappiamo che tanti segnali, anche quando possano sembrare deboli, insieme saranno più forti.


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