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Qui un estratto delle conclusioni.
Dire che “non si combatte la battaglia per le donne attraverso il linguaggio” non è come dire che “non si combatte la battaglia per le donne SOLO attraverso il linguaggio”: sulla prima non concordo, sulla seconda sì.
Dire che “il problema è la violenza del linguaggio generale e non il linguaggio di genere” significa pensare che la violenza che riguarda il linguaggio sia di interesse generale (vero), mentre l’attenzione al linguaggio di genere sia un interesse specifico (e questo non è vero), perché allora possiamo contrapporre qualsiasi altro problema alla questione del linguaggio, ma non serve.
Perché non è così che, dal mio punto di vista, si affrontano le cose.
Non rispettare il genere è una forma di violenza: non chiamare le cose col proprio nome, non declinare, significa spesso non riconoscere.
E il riconoscimento deve arrivare, prima di tutto, dalle istituzioni. Che hanno l’onore e l’onere di dare l’esempio sulle buone pratiche.
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