Intervento sul Bilancio del Comune di Bologna

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  • Roberta Li Calzi

Intervento sul Bilancio del Comune di Bologna

Grazie Presidente,

intervengo oggi sul Bilancio, che è l’ultimo di questo mandato, e che rappresenta il principale strumento di sintesi tra tutte le politiche del Comune.

Mi soffermerò in particolare sui temi affrontati dalla 7° Commissione, che mi onoro di presiedere, e sul tema Sport.

Le politiche per la promozione della cittadinanza attiva, la partecipazione e la tutela dei diritti delle persone si fondano su tre principi cardine, aventi come obiettivo generale una maggiore coesione sociale, il rafforzamento del senso civico e la garanzia di pari opportunità per tutte le cittadine e i cittadini. 

In merito a questo terzo principio, per favorire la coesione sociale e la convivenza urbana è necessario agire sulla leva della promozione di pari opportunità, della valorizzazione delle differenze e del contrasto alla violenza di genere e a tutte le forme di discriminazione. Su questo è in campo da sempre una progettualità dell’Amministrazione, che va proseguita e incrementata, con azioni adeguate al fine di costruire una società più equa e paritaria, che dia a tutte le persone la possibilità di sviluppare talenti e potenzialità in eguale misura, di accedere agli stessi strumenti e mezzi senza che vi siano impedimenti dovuti a stereotipi o discriminazioni.

Le linee di intervento sono indicate nel "Patto dei Comuni per la parità e contro la violenza di genere", sottoscritto anche dal Comune di Bologna, e dall'altro nel "Piano locale per un'azione amministrativa non discriminatoria nei confronti dei nuovi cittadini e delle nuove cittadine", adottato dalla Giunta a febbraio 2018. 

Le linee programmatiche prevedono che l’amministrazione comunale operi per rendere Bologna una città accogliente, attenta alle cittadine e ai cittadini e ai loro diritti per garantire pari opportunità in ogni ambito della vita sociale, lavorativa, educativa e nel rapporto con le istituzioni. 

In questi anni, nelle sedute di Commissione, abbiamo approfondito e portato avanti temi come la promozione delle pari opportunità, la valorizzazione e tutela delle differenze; il contrasto alla violenza contro le donne e di genere; la promozione dei diritti delle persone LGBTI; il superamento di qualsiasi forma di discriminazione; l’educazione alle differenze nelle scuole; la tutela dei diritti umani.

Abbiamo in più occasioni affrontato il tema del carcere, che spesso in politica viene considerato “divisivo”, senza capire che non è solo giusto, ma necessario portare avanti un dibattito basato sull'analisi reale delle condizioni in cui vivono le detenute e i detenuti e in cui lavora il personale penitenziario. Ci siamo detti più volte che senza risorse umane ed economiche per il personale educativo, non si può applicare il principio di rieducazione della pena, né si possono migliorare i dati sulla recidiva.

Deve partire da chi rappresenta le Istituzioni il messaggio che non c’è un “fuori” e un “dentro” il carcere, ma c'è una società civile nel suo complesso e bisogna capire che, se stiamo tutte e tutti meglio, ne va del benessere dell'intera collettività nel territorio in cui viviamo.

L'Amministrazione comunale di Bologna è impegnata da molti anni per aiutare le donne che subiscono violenza. L'azione più importante che si può mettere in campo è quella di sostenere le associazioni che le accolgono, le ospitano, le sostengono e compiono insieme a loro il percorso di uscita dalla violenza. La pandemia purtroppo ha peggiorato molte situazioni già difficili e, alla riapertura, sono aumentate le richieste di aiuto ai centri antiviolenza e il Comune ha deciso di destinare risorse aggiuntive, nella misura di 50mila euro, alle associazioni a cui fanno capo i Centri antiviolenza del territorio.

Un cuore pulsante di Bologna è la comunità LGBTI, di cui faccio parte. Come Comune abbiamo sostenuto progetti, battaglie, impiegato risorse per far sì che nella nostra città tutte e tutti possano sentirsi a casa, anche coloro che fuggono da luoghi che non permettono, ancora nel 2020 in questo e in altri Paesi, di vivere a pieno la propria vita con dignità e libertà.

In questi anni abbiamo capito che non bisogna mai dare per scontato ciò che si è conquistato, non bisogna mai abbassare la guardia perché odio e violenza purtroppo sono all’ordine del giorno, anche nei luoghi più impensabili. E che quindi, non bisogna mai fermarsi, affermando con coraggio ogni volta che ce ne fosse bisogno da che parte stiamo, quella che non ammette compromessi al ribasso sulla pelle delle persone. Mai.

Per il futuro, mi piacerebbe che facessimo di Bologna una città accogliente anche per il c.d. turismo arcobaleno. Già Bologna Welcome ha distribuito in questi anni una mappa del turismo LGBTI sul territorio metropolitano.

Ma possiamo fare di più, come proporre dei tour nei luoghi tipici della storia LGBTI bolognese, così ricca e ancora così viva, con l’obiettivo di valorizzare il turismo anche sotto questo aspetto.

L’agenzia dell’Onu World Tourism Organization ha pubblicato qualche tempo fa il “Global Record on Lgbt Tourism” e suggerito a tutti i paesi membri dell’UE di nominare un “LGBT marketing manager”, per elaborare un’offerta adeguata.

Secondo gli ultimi dati, l’Italia è al primo posto tra le destinazioni desiderate dalla comunità Lgbt, che però riesce a intercettare poco del fatturato mondiale per questo settore. Incrementare il Turismo LGBT sarebbe un’opportunità anche per Bologna di ampliare e destagionalizzare i flussi turistici. Quale luogo meglio di Bologn? Nessuna città ha la nostra storia: assegnazione di una struttura pubblica all'associazionismo omosessuale per la prima volta in Italia nel 1982; nel 2009 prima intitolazione di uno spazio pubblico a una figura storica del movimento omosessuale dando vita al “Giardino Stefano Casagrande”; il giardino di Villa Cassarini, con il monumento alle vittime omosessuali dell’Olocausto, e molto altro.

Come ha scritto Taleb Rifai, Segretario Generale dell'Organizzazione Mondiale del Turismo: “Le destinazioni che favoriscono il turismo arcobaleno s’impongono al mondo come paladine universali dei diritti dell’uomo”. Mi piacerebbe che ancora una volta Bologna lo fosse.

Sullo sport il Comune ha fatto un buon lavoro, anche se non è stato facile in questo 2020, e c’è ancora molto da fare. Provo a indicare quelle che, a mio parere, sono alcune delle priorità da mettere in campo per il futuro: 

- proseguire la riorganizzazione dell’Ufficio Sport, che deve necessariamente aumentare nel numero di persone, se si vuole andare nella giusta direzione come molte città europee;

- continuare e rafforzare la riqualificazione degli impianti sportivi, soprattutto delle palestre, perché l’attività sportiva indoor non si può basare unicamente sugli impianti scolastici;

- costruire un terreno di confronto costruttivo e positivo tra mondo sportivo e mondo scolastico, che coinvolga dirigenti, insegnanti e tutto il personale scolastico, perché solo un rapporto virtuoso tra sport e scuola può garantire la migliore fruizione degli spazi e una progettazione dell’attività didattica e sportiva, che quando si intrecciano producono i risultati migliori.

Bologna deve diventare la città dove tutte e tutti si devono sentire accolti in ogni contesto sportivo, che faccia dell’inclusione il concetto di base da cui partire sempre quando si parla di sport, senza rinunciare a produrre eccellenza sportiva. E per farlo c’è bisogno di mettere nelle migliori condizioni strutturali, organizzative, economiche, coloro che praticano sport.

A fine 2019 come Comune di Bologna, insieme ad Assist - Associazione Nazionale Atlete, abbiamo presentato la prima Carta Etica per lo Sport Femminile in Italia. 

Questo documento, condiviso con le realtà del territorio che hanno partecipato, impegna la nostra Istituzione e il mondo sportivo (enti, associazioni, società, federazioni) che la sottoscriveranno a sostenere e valorizzare lo sport femminile nella nostra città, nonché a promuovere la parità di genere nella pratica sportiva, a tutte le età e a tutti i livelli, senza discriminazioni e stereotipi. 

Purtroppo la pandemia ha interrotto questo percorso, che abbiamo ripreso in questi giorni, per portarlo a compimento nei primi mesi del 2021.

Saremo così il primo Comune in Italia a dotarci di uno strumento teso a orientare le nostre politiche sportive, nel solco di un percorso di attenzione a questo tema iniziato da tempo, assumendoci impegni concreti, come il monitoraggio del gap di genere nell'accesso allo sport e l’adozione di misure per ridurlo; la promozione dell’immagine di atlete e squadre femminili come modello positivo per bambine e adolescenti; l'emissione di bandi per la concessione di contributi in ambito sportivo che includano indicatori di genere e antidiscriminatori nell'attribuzione del punteggio; l'assegnazione di impianti sportivi a soggetti gestori e utilizzatori che rispettino le indicazioni di questa Carta e ne diano concreta applicazione. Il contenuto del documento si concentra anche sull’uso corretto del linguaggio e sulla prevenzione di episodi di abusi, molestie e violenze nel contesto sportivo. 

Da tempo si è acceso il dibattito sul riconoscimento del professionismo sportivo femminile, ne abbiamo parlato anche in Commissione, e la riforma che si discute attualmente a livello nazionale vede questo tra i punti cardine. Da Bologna è arrivato ancora una volta un contributo, che si propone come il primo tassello di un lavoro più ampio, anche culturale, nel contesto sportivo.

Un altro obiettivo importante è la formazione di dirigenti di società e gestori di campi e palestre sportive sul tema antidiscriminazione, perché solo partendo con un lavoro capillare all’interno del mondo sportivo si possono cambiare le cose e migliorare concretamente l’inclusione sportiva a 360 gradi. Così come altrettanto importante sarebbe lavorare in sinergia con l’Università per proporre formazione su questo tema a docenti e studenti di scienze motorie, i cui laureati saranno poi molti di coloro che andranno a lavorare nel mondo sportivo della nostra città. 

Anche qui, insieme al CUSB e all’Alma Mater, un lavoro è già cominciato.

Durante l’emergenza sanitaria che ha condizionato pesantemente anche il mondo dello sport, le azioni messe in campo dal Comune per supportare associazioni e società sono state molteplici: sospensione delle richieste di pagamento delle quote di contribuzione per tutti gli impianti in concessione di gestione e uso con decorrenza dal 17 febbraio 2020 e fino al 31 marzo 2021; valutazione puntuale delle proposte di pagamenti rateali e/o sospensioni dei canoni nelle concessioni di impianti a rilevanza economica che prevedono un pagamento a favore dell’Amministrazione comunale; inoltre, in questi giorni è stato approvato un avviso pubblico per sostenere le associazioni e le società sportive dilettantistiche a sostegno delle attività svolta e delle spese sostenute a seguito dell’emergenza sanitaria, con stanziamento di 500.000 euro. Si tratta delle risorse finanziarie rese disponibili dalla Regione Emilia-Romagna, a seguito dell’approvazione della graduatoria degli aventi diritto ai contributi “voucher sport” (200.000 euro) e l’integrazione, da parte del Comune di Bologna, di ulteriori 300.000 euro.

Vorrei che Bologna diventasse ancora più a misura di sport, nel senso più ampio di movimento e benessere, dedicato per ogni fascia di età. Perché così come la pratica sportiva è fondamentale per la crescita psicofisica di bambine e bambini, ragazze e ragazzi, lo stesso può dirsi dell’importanza del movimento in età adulta e nella popolazione anziana, fondamentale sia per la prevenzione della salute che per la socialità. Persone che trascorrono la maggior parte del tempo sedute in ufficio o davanti a un monitor, come capita ancor di più in questa fase storica, sono maggiormente soggette a invecchiamento e problemi fisici. Per questo è importante garantire la più ampia diffusione dell’attività fisica, nei luoghi pubblici all’aperto o presso gli impianti dedicati, adatta per tutte le esigenze.

Persone anziane che si ritrovano per camminare insieme nei gruppi di cammino sono individui meno soli e sappiamo quanto diffusa la solitudine in questa fascia di età. 

Tante volte ci diciamo che sport e movimento sono portatori di valori positivi e di benessere, una Amministrazione lungimirante deve far sì che tali valori siano ancorati concretamente alla realtà di tutti i giorni, creando le condizioni culturali, economiche, logistiche, affinchè lo sport non rimanga sempre in secondo piano e che venga riconosciuto e considerato fondamentale non solo dagli addetti ai lavori, ma dalla città. Perché la creazione di una società più sana va a beneficio di tutte e tutti.

All’interno del concetto di città sana ci sta anche tutto il lavoro fatto in questi anni, che ho sostenuto convintamente, proponendo anche Ordini del Giorno e udienze conoscitive, su temi come la mobilità sostenibile, la fruizione dei luoghi della città, la cura e riqualificazione dello spazio pubblico, l’installazione di fontane, il divieto di fumo nei parchi pubblici (che io estenderei a tutti i luoghi pubblici della città, per tutelare al meglio la salute delle cittadine e dei cittadini di tutte le fasce di età).

Non mi soffermo su questi temi, perché già prima di me in particolare il Consigliere Colombo ne ha parlato in maniera approfondita, se non per dire che tutto questo sta dentro una determinata visione di città. Una città dove sia bello vivere in ogni momento della vita e in ogni luogo. Una città che guarda al futuro, senza dimenticare il passato.

Concludo il mio intervento ringraziando il Sindaco e la Giunta, le Consigliere e i Consiglieri, tutto il personale del Comune di Bologna. 

Un ringraziamento particolare all’Assessora Susanna Zaccaria, punto di riferimento sempre puntuale e competente sui temi della Commissione, e all’Ufficio Pari opportunità; all’Assessore Matteo Lepore, con il quale ho condiviso un bel percorso sul tema dello Sport, e all’Ufficio Sport; alla Segreteria del Gruppo e della 7° Commissione. 

Grazie a Francesco Errani, il mio compagno di banco dall’inizio di questo mandato (anche se per il momento i nostri banchi sono vuoti): è anche grazie a lui, insieme ad altre colleghe e colleghi, se sono cresciuta in questi anni sviluppando un pensiero critico.

Ringrazio le cittadine e i cittadini, le associazioni, che si confrontano con le Istituzioni e tengono alta l’attenzione con critiche, idee, proposte, collaborazione su progetti, perché, esattamente come noi, hanno a cuore il passato, il presente e soprattutto il futuro della nostra meravigliosa città.

Grazie.


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