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Grazie Presidente.
Ancora una bella notizia dal mondo sportivo bolognese, che ci esalta perché ci regala non solo una notevole vittoria – un oro, un argento, un bronzo vinti dalle ginnaste azzurre ai Mondiali in corso a Sòfia – ma ci racconta una storia tutta bolognese e al femminile d’impegno e di straordinaria tenacia.
Protagoniste di questa vittoria sono giovani e giovanissime donne.
Anna Basta, bolognese, ha 17 anni e, grazie alle sue capacità e all’impegno negli allenamenti quotidiani con la Polisportiva Pontevecchio, gareggia in nazionale juniores dal 2015. A soli 15 anni è entrata a far parte delle «Farfalle Azzure», la nazionale senior di ginnastica ritmica.
Voglio ringraziare e festeggiare la vittoria straordinaria di queste ragazze nominandole tutte: a conquistare la medaglia più prestigiosa, l’oro iridato, è stata infatti la formazione composta da Martina Centofanti, Letizia Cicconcelli, Agnese Duranti, Alessia Maurelli, Martina Santandrea e, appunto, la nostra Anna Basta. Classe 2001, diciotto anni a gennaio prossimo, Anna può dire di aver già imparato un’importante lezione: con l’impegno, la fatica, il coraggio si può ottenere molto.
Sarebbe importante che una giovanissima atleta, già campionessa mondiale, potesse continuare a costruire il proprio futuro nello sport al quale sta dando tutta se stessa con notevole successo.
E invece si scontrerà con la disparità tra le carriere sportive riconosciute agli atleti uomini e negate alle atlete come lei. É un ritardo tutto italiano, tristemente noto: la legge 91/1981, che disciplina i rapporti tra società e sportivi professionisti, non prevede alcuna disciplina sportiva femminile qualificata come professionistica. Un tema che già ho sollevato lo scorso anno con un ordine del giorno, per sollecitare il Parlamento a promuovere il riconoscimento pieno del professionismo sportivo femminile.
Nonostante nel 2017 ricorressero i 30 anni dalla Risoluzione delle Donne nello sport (1987) del Parlamento europeo, primo tentativo di riconoscimento delle pari opportunità nello sport basata sulla “Carta europea dei diritti delle donne nello sport” elaborata anche dalla Uisp italiana, il cammino per riportare equità di diritti è nel nostro Paese ancora da compiere.
Chissà che i successi e l’affermazione di campionesse del valore di Anna non possano sfondare questo odioso “tetto di cristallo” che ancora soffoca i talenti delle donne.
Intanto come Comune di Bologna possiamo fare qualcosa e cerchiamo ogni giorno di farlo al meglio: tenere alta l’attenzione su questo tema e valorizzare lo sport in tutte le occasioni possibile (ieri la Montagnola si è riempita di attività nel corso dello Sport Day), mettere a disposizione fondi (è stato presentato il il bando sport, che ha visto pervenire numerosi progetti dalle realtà del territorio), accogliere eventi importanti che accendano l’entusiasmo (il prossimo weekend si giocheranno i Mondiali di pallavolo al Pala Dozza e nei giorni scorsi abbiamo accolto prima la nazionale di calcio e poi quella di pallacanestro), nonché valorizzare le tante esperienze della nostra città che, a tutti i livelli, dallo sport di base a quello di vertice, danno ogni giorno il loro prezioso contributo (l’ultimo successo di cui siamo orgogliosi è la vittoria del campionato da parte della Fortitudo Baseball maschile, inoltre in questo weekend si è tenuto un bel torneo contro tutte le discriminazioni che si è svolto al Circolo Nettuno per volontà e organizzazione dell’Associazione sportiva Bugs Bologna, che ha visto il calcio d’inizio della nostra Assessora Susanna Zaccaria).
Credo che queste siano attività non secondarie ma importanti per tenere appunto alta l’attenzione su questi temi e, perché no, anche per vantarsi quando atlete e atleti portano delle belle medaglie che ci fanno essere orgogliosi di essere bolognesi, ma soprattutto di essere sportivi.
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